Tre gocce d’acqua di Valentina D’Urbano – SEGNALAZIONE

Tre gocce d’acqua di Valentina D’Urbano – SEGNALAZIONE

2 Giugno 2021 0 Di rosa78gervasi
Book Cover: Tre gocce d'acqua di Valentina D'Urbano - SEGNALAZIONE

Carissimi Book Lovers, sono felice di segnalare l'uscita del romanzo "Tre gocce d'acqua", della bravissima Valentina D'Urbano, autrice che stimo tantissimo, edito dalla casa editrice Mondadori. Al suo settimo romanzo, Valentina D'Urbano si conferma un talento purissimo e plastico, capace di calare i suoi personaggi in un'attualità complessa e contraddittoria, di indagare la fragilità e la resilienza dei corpi e l'invincibilità di certi legami, talmente speciali e clandestini da sfuggire a ogni definizione. Come quello tra Celeste e Nadir, che per la lingua italiana non sono niente, eppure in questa storia sono tutto.

 

Scheda Tecnica

  • Titolo: Tre gocce d'acqua
  • Autore: Valentina D'urbano
  • Serie://
  • Data di Pubblicazione: 1 Giugno 2021
  • Genere: Narrativa Contemporanea
  • Casa Editrice: Mondadori
  • Pagine: 372
  • Prezzo: € 19,00
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Trama

Celeste e Nadir non sono fratelli, non sono nemmeno parenti, non hanno una goccia di sangue in comune, eppure sono i due punti estremi di un'equazione che li lega indissolubilmente. A tenerli uniti è Pietro, fratello dell'una da parte di padre e dell'altro da parte di madre. Pietro, più grande di loro di quasi dieci anni, si divide tra le due famiglie ed entrambi i fratellini stravedono per lui. Celeste è con lui quando cade per la prima volta e, con un innocuo saltello dallo scivolo, si frattura un piede. Pochi mesi dopo è la volta di due dita, e poi di un polso. A otto anni scopre così di avere una rara malattia genetica che rende le sue ossa fragili come vetro: un piccolo urto, uno spigolo, persino un abbraccio troppo stretto sono sufficienti a spezzarla. Ma a sconvolgere la sua infanzia sta per arrivare una seconda calamità: l'incontro con Nadir, il fratello di suo fratello, che finora per lei è stato solo un nome, uno sconosciuto. Nadir è brutto, ruvido, indomabile, ha durezze che sembrano fatte apposta per ferirla. Tra i due bambini si scatena una gelosia feroce, una gara selvaggia per conquistare l'amore del fratello, che preso com'è dai suoi studi e dalla politica riserva loro un affetto distratto. Celeste capisce subito che Nadir è una minaccia, ma non può immaginare che quell'ostilità, crescendo, si trasformerà in una strana forma di attrazione e dipendenza reciproca, un legame vischioso e inconfessabile che dominerà le loro vite per i venticinque anni successivi. E quando Pietro, il loro primo amore, l'asse attorno a cui le loro vite continuano a ruotare, parte per uno dei suoi viaggi in Siria e scompare, la precaria architettura del loro rapporto rischia di crollare una volta per tutte. Al suo settimo romanzo, Valentina D'Urbano si conferma un talento purissimo e plastico, capace di calare i suoi personaggi in un'attualità complessa e contraddittoria, di indagare la fragilità e la resilienza dei corpi e l'invincibilità di certi legami, talmente speciali e clandestini da sfuggire a ogni definizione. Come quello tra Celeste e Nadir, che per la lingua italiana non sono niente, eppure in questa storia sono tutto.

 

L'Autrice

Valentina D’Urbano è nata nel 1985 a Roma, dove vive e lavora. Ha esordito nel 2012 con Il rumore dei tuoi passi, seguito da Acquanera (2013), Quella vita che ci manca (2014), Alfredo (2015), Non aspettare la notte (2016) e Isola di Neve (2018), tutti pubblicati da Longanesi. I suoi romanzi sono stati tradotti in diversi paesi e hanno vinto numerosi premi letterari tra i quali il premio Rapallo Carige, il premio Stresa e il Prix Cezam in Francia.

 

Dice L'Autrice

«Tre gocce d’acqua è stata un’ossessione lunga quasi tre anni. Ci ho messo dentro idee che sento mie e ideali che appoggio, e temi che appartengono da sempre alla mia scrittura: l’amore, l’amicizia, la solitudine, il compito ingrato e inevitabile di diventare adulti, di fare i conti con le scelte di quelli che amiamo, scelte che a volte ci risultano incomprensibili, che ci mettono di fronte all’evidenza che le persone non ci appartengono. Le amiamo, ci amano, ma non ci appartengono. Ho scritto di questi tre ragazzi come fossi anch’io parte della loro famiglia: li ho amati moltissimo, e per questo, adesso, li lascio andare.»

Valentina D’Urbano

 

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